I bifosfonati possono essere causa di osteonecrosi a carico della mascella/mandibola
Si sta verificando nel nostro Paese una riduzione dei casi di nécrosi dell’osso della mandibola, una condizione clinica a lungo sottovalutata benché grave e invalidante. Lo annuncia Francesco Di Costanzo, primario dell’unità operativa complessa di oncologia medica “Careggi” di Firenze, che attribuisce la riduzione al lavoro del gruppo scientifico voluto dalla Regione Toscana e coordinato dallo stesso per lo studio della relazione tra i farmaci detti bifosfonati e tale osteonecrosi. Ma, nonostante si stia con ciò diffondendo la consapevolezza di tale relazione, è in aumento in Italia il consumo di tali medicinali perché vengono sempre più largamente prescritti per la prevenzione dell’osteoporosi alle donne che entrano in menopausa.
Come se questa patologia fosse drammaticamente aumentata nel nostro Paese e con tali prescrizioni si evitassero chissà quante fratture>> dice Silvio Garattini, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri” di Milano. Da uno studio condotto all’Università di Tampere (Finlandia) e pubblicato il 17 gennaio 2008 sul British medical journal emerge che otto fratture su 10 avvengono in persone che non hanno osteoporosi e che la causa di nove fratture su 10 è una caduta per cui non si può prevenire con farmaci. Un altro studio, dovuto a ricercatori dell’Università di Newcastle in Australia, rileva che per prevenire una sola frattura vertebrale potrebbe essere necessario trattare farmacologicamente per tre anni fino a 270 donne in stato di preosteoporosi.
Leggi l’articolo completo dal sito ilsole24ore.com
A questo link puoi trovare il documento originale del Ministero Della Salute
Qui invece l’articolo scritto dalla Società Italiana di Farmacologia
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